Bollette Enel non pagate recupero crediti: modalità e come comportarsi

Aggiornato il: 06/06/2024
Pubblicato il: 15/10/2020
di Alessandro Voci
In 30 sec.

Bollette Enel non pagate, ecco cosa sapere a febbraio 2025:

  • Cosa succede se non paghi la bolletta Enel
  • I passi che può fare Enel per recuperare le somme dai clienti morosi
  • Come si contestano le bollette luce e gas ritenute anomale
  • Tempi e costi della sospensione dell'erogazione di energia e metano
  • Quando non è possibile sospendere l’erogazione della fornitura

Ecco come funziona il recupero crediti delle bollette Enel non pagate e come devono comportarsi i clienti.

tariffe luce e gas a confronto

Può capitare di dimenticare di pagare una bolletta o i clienti possono decidere di non saldare una fattura perché troppo alta. In un caso e nell’altro Enel Energia potrà:

  • inviarvi un sollecito di pagamento;
  • far scattare gli interessi di mora, che saranno calcolati in base al ritardo;
  • addebitare i costi per l’invio dei solleciti all’intestatario dell’offerta luce e gas.

Il sollecito potrà essere inviato anche a quegli utenti che non pagano per intero l’importo della bolletta.

Il giusto modo per contestare una fattura luce e gas, che si ritiene eccessivamente alta, prevede l’inoltro di un reclamo formale. In attesa dell’esito si potrà pagare la bolletta, e poi se ne richiederà il rimborso, o non pagare fino alla risposta ufficiale della lamentela. Se però non viene seguita la procedura o si inoltra male il reclamo la società procederà con il normale iter per i clienti morosi.

Come procederà Enel verso i clienti che non pagano le bollette

Nel caso di mancata risposta a un sollecito di pagamento, Enel passerà allo step successivo nell’iter di recupero dei crediti: la diffida. Quest’ultima è inviata all’indirizzo fornito dall’utente tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno. Se in fase di sottoscrizione delle offerte luce e gas è stata fornita una PEC, la comunicazione potrà essere inviata anche per mezzo della mail certificata.

La bolletta insoluta deve essere pagata entro 15 giorni dall’invio della diffida. Se la comunicazione non riporta chiaramente la data di invio, la finestra utile per il pagamento arriva a 20 giorni. Con l’invio tramite PEC invece i termini per pagare la fattura si riducono a 10.

Enel avvisa i clienti morosi che, qualora ignorino la diffida e non procedano quindi al pagamento, la società provvederà a chiedere al distributore locale di sospendere le forniture. L’operazione avverrà con tempi e modi differenti per i servizi di energia e quelli di gas.

La sospensione dei servizi, quando avviene e quanto costa

Per sospendere la fornitura di gas il distributore deve avere accesso al contatore. Qualora non sia possibile operare sul dispositivo, Enel richiederà il taglio della colonna montante: questo significa che i tecnici opereranno il taglio della conduttura che trasporta il gas al piano dell’abitazione. Le spese saranno addebitate al cliente moroso. Se anche il taglio del montante dovesse essere impossibile, il contratto sarà considerato terminato.

La sospensione della fornitura gas con Enel vi costerà 23 euro per oneri amministrativi e se richiederete la riattivazione del servizio dovrete versare altri 23 euro. Nel frattempo, il cliente si troverà dunque connesso alla rete ma sprovvisto di fornitore, passerà in automatico alle tariffe e al servizio i Default.

Per l’energia elettrica la procedura prevede prima una riduzione della potenza del contatore al 15%, dopo 15 giorni lo stop completo della fornitura elettrica. Il cliente avrà altri 10 giorni di tempo per saldare gli arretrati e le more altrimenti il contratto sarà chiuso, senza ulteriori avvisi.

Se Enel dovesse sospendere la fornitura, per riattivarla chiederà prima il pagamento del debito e poi addebiterà complessivamente 71,76 euro per il rispristino del servizio.

Per entrambe le forniture è bene tener presente, l’impossibilità di sospensione della fornitura se l’importo non pagato è inferiore alla bolletta media mensile.

La prescrizione delle fatture energia e gas

Il periodo di prescrizione delle bollette di luce e gas è stato ridotto a 2 anni, così come regolato dalla legge di bilancio n.160 del 2019, sulla base delle direttive ARERA (fino al 2018 era di 5 anni).

In sostanza, se la società per 2 anni non invia una lettera di sollecito o una diffida non potrà più esigere il pagamento. Al contrario, ogni documento relativo al debito verso l’azienda inviato da Enel farà ripartire il conteggio dei mesi per la prescrizione.

Le disposizioni del Codice civile stabiliscono che se il fornitore risulta negligente nella fatturazione il cliente sarà obbligato a versare solo gli importi relativi gli ultimi 2 anni. A meno che sulla bolletta insoluta non si sia espresso un giudice, in questo caso il periodo sarà prolungato fino al massimo di 10 anni.

Per capire meglio come comportarsi, ecco di seguito come procedere per contestare una maxi conguaglio se si dovesse riceverlo nei tempi corretti.

Le prescrizioni ARERA per dilazionare le fatture luce e gas

Se il sollecito è inviato entro i 24 mesi, si è tenuti a pagare e se si ritiene la cifra troppo elevata si potrà richiedere la rateizzazione dell’importo. Questi piani di dilazione per il pagamento delle spese di luce e gas devono seguire alcune disposizioni di ARERA, l’Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente.

Per le bollette energia si possono rateizzare gli importi superiori a 50 euro, a patto che la cifra per cui si chieda la dilazione sia superiore del 150% l’importo medio delle fatture annuali ricevute dagli utenti domestici. Si potranno rateizzare gli importi anche se la maxi bolletta dipende da un guasto del contatore.

Inoltre si deve:

  • inoltrare la richiesta di rateizzazione entro 10 giorni dalla scadenza;
  • le rate devono rispettare la frequenza di fatturazione delle normali bollette;
  • non si possono cumulare piani a rate.

Queste condizioni sono valide sia per normali conguagli, sia per le fatture di chiusura del contratto a seguito della sospensione dell’offerta.

Per i clienti gas le caratteristiche stabilite dall’ARERA per dilazionare i pagamenti sono:

  • importo della bolletta doppio rispetto alla media delle bollette (i rialzi stagionali non vengono considerati);
  • fatturazione irregolare da parte del fornitore;
  • guasti del contatore.

La condizione dell’importo doppio vale per ottenere la rateizzazione anche se Enel sospende la fornitura e invia la bolletta di fine rapporto con un importo più elevato delle fatture medie annuali.

Call center per recupero crediti, è un metodo valido?

Molte società si affidano ai call center per intimare agli utenti di regolarizzare i pagamenti e per riscuotere gli insoluti. Le chiamate dei call center però non sono contatti formali e riconosciuti ai fini della prescrizione. Le uniche procedure riconosciute sono le lettere di sollecito e quelle di diffida.

Il passaggio successivo può essere rivolgersi ad un tribunale per tentare di ottenere un decreto ingiuntivo. Questa però è una soluzione poco adottata anche perché porterebbe a valutare sia le contestazioni avanzate dai clienti sia le pratiche commerciali e contrattuali del fornitore.

Se non si procede con il decreto ingiuntivo non sarà possibile richiedere il pagamento con ufficiale giudiziario e pignoramento. La società infatti per esigere la restituzione del debito dovrà ottenere un’autorizzazione del giudice. Non fidatevi quindi di eventuali minacce generiche che possono essere rivolte dai call center.

Il decreto ingiuntivo, tempi e modalità

Quando la società procede con l’iter per il recupero crediti, il passo successivo alla diffida e che precede il pignoramento è il decreto ingiuntivo. Per operare in questo senso il fornitore si rivolge ad un giudice e questi emette un ordine di pagamento. Il debitore dovrà ricevere la notifica dell’atto entro 60 giorni, avrà 40 giorni per pagare e dovrà rivolgersi ad un avvocato. Da tenere presente che la società fornitrice dei servizi deve dimostrare che la sua richiesta di credito è fondata.

Se entro il termine di 40 giorni il cliente non farà nulla perderà la possibilità di contestare il giudizio del giudice. A questo punto il fornitore dovrà prima inviare una nuova diffida con ufficiale giudiziario, questo provvedimento è un atto di precetto.

Il creditore avrà quindi altri 10 giorni per saldare il dovuto o trovare un accordo con il fornitore. Se non si procederà al pagamento il creditore potrà richiedere il pignoramento. Ovviamente questa misura dovrà essere attuata in modo proporzionale al credito accumulato dall’utente moroso.

Il Cmor per recuperare le fatture non saldate

I clienti morosi sarebbero in Italia migliaia, non è mai stato istituito però un vero e proprio Registro dei cattivi pagatori (che hanno creato, ad esempio, gli operatori telefonici). Viste le lungaggini burocratiche e il rischio di lunghe cause in tribunale che non garantiscono poi il recupero dei crediti, i fornitori luce e gas utilizzano un Corrispettivo di morosità. In pratica il Cmor applica una piccola maggiorazione sulle bollette degli utenti che non hanno saldato gli importi precedenti e hanno cambiato operatore.

Questo meccanismo scatterà solo se l’utente a distanza di 6 mesi o 1 anno dal passaggio ad un altro fornitore non provveda a chiudere i conti con il vecchio operatore.

Risorse utili

Come rateizzare la bolletta Enel? 

Bolletta Enel non arriva: cosa fare

Cosa fare se la bolletta Enel arriva senza bollettino?

Perché devo pagare la bolletta luce e gas anche se non consumo?

Domande correlate

Quando è previsto il rimborso della bolletta Enel?

Il rimborso della bolletta è previsto se si è ricevuta una nota di credito, ad esempio se i consumi stimati sono eccessivi rispetto a quelli reali oppure se si è pagata la stessa fattura due volte. Il rimborso avverrà nel caso in cui tutte le bollette siano state pagate, con l’importo dovuto accreditato automaticamente in fattura

Quando non può essere sospesa la fornitura Enel?

Le forniture che alimentano apparecchiature salvavita, che rientrano tra quelle previste dal Piano di Emergenza per la Sicurezza del Servizio Elettrico e dei soggetti che svolgono funzioni di utilità pubblica non possono essere mai interrotte. Per tutti i casi al di fuori dei sopra elencati, la fornitura non può essere sospesa il venerdì, sabato, nei giorni festivi, prefestivise si è pagata la bolletta e dimostrato il relativo pagamento entro i termini; se non è stata ricevuta diffida nei tempi previsti dall’ARERA; se si attende la risposta alla contestazione scritta per malfunzionamento del contatore accertato dal distributore (oppure se si aspetta un conguaglio di consumi) e infine se il debito è per il solo mancato pagamento del canone RAI.