Si può accreditare lo stipendio su carte prepagate?

Pubblicato il: 22/10/2019
di Alessandro Voci

I conti correnti sono gli strumenti finanziari rivolti ai privati più semplici e diffusi, in Italia come all’estero; ormai, ne esistono moltissime versioni a costo zero, che rendono davvero facile gestire il proprio denaro con un tap o uno swipe sull’applicazione della propria banca per smartphone o per tablet.

accreditare stipendio su carta prepagata

In particolare, il conto corrente è la destinazione naturale degli stipendi così come delle pensioni di anzianità o di malattia: ogni mese, dopo aver fornito il proprio IBAN al datore di lavoro o all’ente previdenziale, possiamo vedere il nostro saldo aggiornato con gli ultimi bonifici.

Bisogna infatti ricordare che dal 1° luglio 2018 in Italia non è più possibile richiedere che lo stipendio sia pagato in contante; in caso contrario, la multa per il datore di lavoro si aggira tra i 1.000 e i 1.500 euro, a prescindere dal numero di dipendenti che sono stati pagati in una modalità non più prevista dalla legge.

Lo scopo della norma è limitare i pagamenti “in nero”, rendendo più semplice tracciare l’origine e la destinazione dei vari flussi di denaro. Proprio per questo, se prima avere un conto corrente era una grande comodità, ora è quasi obbligatorio per un dipendente o per un pensionato.

Non per tutti, però, il conto corrente è una soluzione praticabile, ad esempio per questioni di residenza o di contenziosi di naturale economica, come per un protesto in seguito a un assegno risultato scoperto, e così via. Le carte prepagate, che ormai in moltissime cose sostituiscono i conti correnti con maggiore dinamismo e meno lungaggini burocratiche, potrebbero essere un’alternativa perfetta: ma è possibile o meno accreditare lo stipendio su carte prepagate? Vediamolo qui di seguito.

Che cos’è una carta prepagata?

Prima di tutto, chiariamo bene il concetto di carta prepagata, detta anche carta ricaricabile. Con questo termine si indica uno strumento finanziario assimilabile per certi versi a una carta di credito (ma attenzione, perché non c’è il fido che permette di pagare più avanti le somme delle varie transazioni) o a un Bancomat.

Esteriormente si presenta proprio una carta di credito, e su di essa è possibile caricare un ammontare di denaro che non è legato a uno specifico conto corrente. La si può ricaricare, appunto, portando direttamente il contante in filiale o in uno degli altri point dove è possibile effettuare questa operazione. Se si ha un conto corrente, ricaricare una prepagata è ancora più facile, con un bonifico o addirittura con un trasferimento di denaro in tempo reale.

Il principale vantaggio della carta prepagata è che si tratta di uno strumento molto agile, sia per l’apertura (ci vogliono pochi minuti, ormai, con tutti i modelli più moderni di prepagata) che per la gestione delle operazioni di tutti i giorni, compresa la possibilità di effettuare acquisti online. Molti infatti utilizzano questo strumento proprio per comperare oggetti e servizi in Rete, visto che sulla carta prepagata c’è solo la disponibilità di una somma ridotta, ovvero quanto è stato caricato prima dall’utente, e anche nel peggiore dei casi si perdono soltanto quei soldi.

Le prepagate vantano ottimi standard di sicurezza, dovuto alla presenza di un PAN (il numero seriale di 16 cifre stampato sulla parte anteriore della carta, da non confondere con l’IBAN di un conto corrente, sul quale si tornerà più avanti) e del codice CVV sul retro, il codice di controllo a tre cifre da fornire per finalizzare una transazione online; in più ogni carta ha la sua data di scadenza, proprio come succede con le carte di credito comuni. Molte prepagate, infine, forniscono strumenti ulteriori per garantire la sicurezza, in particolare se fanno parte dei circuiti VISA o MasterCard.

Bisogna naturalmente sempre ricordare che con un prepagata la modalità di pagamento delle spese effettuate è immediata, invece del credito mensile con addebito su conto corrente che caratterizza le carte di credito.

È possibile accreditare il proprio stipendio sulla carta prepagata?

La risposta, in breve, è , ma con dei distinguo. È infatti cruciale sapere che non tutte le carte prepagate possono ricevere uno stipendio o una pensione, ma solo alcune, per cui sarà bene controllare che la propria carta faccia parte della categoria abilitata.

Quali sono le carte prepagate sulle quali è possibile versare uno stipendio?

È possibile accreditare lo stipendio su una carta prepagata con IBAN. L’IBAN, o International Bank Account Number, è quel codice (in Italia lungo 27 caratteri) che viene utilizzato nelle transazioni tra diversi conti, e che contiene sia l’identificazione del Paese e della banca che il singolo numero di conto corrente. Può essere utilizzato sia per transazioni nazionali che per transazioni internazionali.

L’IBAN, in parole povere, è la “targa” di ogni conto corrente, e lo identifica in modo univoco; si tratta dell’unico dato di cui deve essere in possesso chiunque stia per fare un bonifico al titolare del conto. Fino a poco tempo fa, l’IBAN era una prerogativa dei conti correnti, ma da qualche tempo anche le carte prepagate possono averlo, ed essere così utilizzate per il versamento di uno stipendio.

Come deve essere fatta la carta prepagata con IBAN per l’accredito dello stipendio?

Una volta aperta la carta prepagata con IBAN – ce ne sono oggi moltissime tipologie, da Revolut a N26 – si può sempre fare la richiesta al datore di lavoro di pagare lo stipendio su quell’IBAN, che è in tutto e per tutto identico a quello dei conti correnti. Per evitare che ci siano problemi nell’accredito, l’unica accortezza da seguire è quella di scegliere una carta che sia abilitata ai bonifici in area SEPA.

Le carte prepagate con IBAN possono essere di diversi tipi, alcune gratuite e altre a pagamento; sono molto diffuse quelle che offrono diversi “tier”, da 0 euro a canoni mensili più cospicui, con diversi servizi aggiuntivi, tra i quali le assicurazioni per i viaggi o il cashback per gli acquisti effettuati con la carta. Attenzione anche a scegliere una carta che non abbia costi di commissioni (o li abbia irrisori) per ogni ricarica, soprattutto se si ha il progetto di usarla con frequenza.

Le carte prepagate con IBAN vengono in genere attivate immediatamente, una volta che il cliente ha fatto richiesta; un’altra variabile che distingue ogni tipologia di carta prepagata dall’altra è il plafond, ovvero l’importo massimo che si può caricare sulla carta, che in genere varia dai 1.000 ai 50.000 euro. Per questo, quando si sceglie la carta prepagata per l’accredito dello stipendio bisogna sceglierne una con limite alto, e controllare che non sia un’altra soglia relativa alla cifra massima che può essere ricaricata in un anno, una pratica in effetti piuttosto comune.

Naturalmente, con l’accredito dello stipendio su prepagata l’operazione è in tutto e per tutto tracciabile, né più né meno come qualsiasi altro bonifico su conto corrente. Inoltre, se si perde la carta prepagata, è necessario bloccarla il prima possibile (e questo potrebbe dare origine a problemi di disponibilità economica).

È possibile l’accredito dello stipendio su una carta prepagata senza IBAN?

Le carte prepagate senza IBAN sono quelle più diffuse, e normalmente non sarebbe possibile un accredito dello stipendio su una di esse. Se però il datore di lavoro è disposto a venire incontro al suo dipendente, l’operazione è tecnicamente possibile; la legge infatti richiede che le modalità di pagamento “elettroniche” dello stipendio (le uniche, come detto, considerate valide a partire dal 1° luglio del 2018) siano tracciabili, e una retribuzione corrisposta tramite ricarica da parte del datore di lavoro presso uno sportello bancario o postale o presso una ricevitoria autorizzata gode di questi requisiti. È fondamentale però che il datore di lavoro conservi con cura tutte le ricevute di pagamento a prova dell’avvenuto versamento della retribuzione, visto che non è sufficiente a questi scopi la semplice firma della busta paga da parte del lavoratore.

Un esempio di carta prepagata senza IBAN molto diffusa – e sulla quale, con gli accorgimenti che sono stati indicati, è possibile accreditare lo stipendio – è PostePay.

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